Grotta del Lauro

PERCORSO IN AUTO

L'escursione alla grotta inizia dalla periferia sud/est del centro urbano di Alcara Li Fusi (Me), precisamente dalla Piazza A. De Gasperi “piano Cappuccini”. Il primo tratto si percorre in auto su strada con carreggiata asfaltata sulla “Provinciale Alcara–Portella Gazzana”. Durante il tragitto si può ammirare sulla destra la Valle del Rosmarino e la vetta di Monte Soro (m 1847 s.l.m.) procedendo tra fertili campagne coltivate ad uliveto. Dopo circa km. 3,000, superato sulla destra il bivio per l'Eremo di San Nicolò Politi, si procede per altri 200 m. circa e si imbocca sulla sinistra una strada sterrata che si inerpica nella zona alta della Contrada Portaro, ai piedi dello sperone roccioso della Rocca Calanna. Attraversando una zona di pascolo, con prati e ampie aree con macchia mediterranea e isolate piante di quercia, Dopo circa km. 1,300 dal bivio si arriva in un breve terrazzo erboso (c/da Pasci) dove si devono lasciare le auto per proseguire a piedi.

PERCORSO A PIEDI

Dislivello da superare metri 370, lunghezza del percorso Km. 3, tempo di percorrenza 4 ore circa.

Il punto di inizio del percorso si trova ad una quota di circa 700 metri s.l.m. Si giunge rapidamente verso la valletta ('a sciara) compresa tra il notevole complesso del Crasto e il promontorio roccioso del Calanna che si staglia come un bastione più a destra. Continuando a salire si arriva ad una fontana dove si può fare rifornimento di acqua, proseguendo si raggiunge un breve pianoro erboso dove si incontra un piccolo abbeveratoio (spesso in secca), dove è utile concedersi una sosta, per ammirare sul lato nord il centro abitato di Alcara Li Fusi stretto fra le alte rocce a strapiombo e la verde vallata del Rosmarino, con lo sfondo del mar Tirreno e le isole Eolie. Sulla sinistra si ammira la rocca Calanna con la sua parete rocciosa verticale, dove trovano riparo molti rapaci tra cui anche l'Aquila Reale. A destra la Rocca del Crasto presenta i più impressionanti ed imponenti bastioni rocciosi, tra cui si individua già, a mezza costa, l'ingresso della grotta. Riprendendo il percorso si sale ancora per circa 200 m., quindi ci si immette in un disagevole sentiero, che si inerpica tra frequenti asperità rocciose e fitte piante di ginestra. Dopo aver oltrepassato due piazzole, si giunge presso una liscia e allungata falesia, dove la roccia presenta un'ombrosa sporgenza, sotto la quale si sosta e si ammira il panorama (m. 1000 s.l.m.). L'ultimo tratto di salita si percorre in maniera più agevole raggiungendo un piccolo spiazzo dove, subito sopra, si trova l'ingresso della grotta ad una quota di 1.068 metri s.l.m..

Equipaggiamento:

Indumenti adatti alla stagione, pantaloni lunghi, scarponcini da trekking, cappello, binocolo, borraccia e un giubbino per la visita all’interno della grotta.

Autorizzazioni:

Per la visita alla Grotta è necessario contattare il Comune di Alcara li Fusi o l’Associazione Amici della Terra, i quali dispongono di guide esperte e la chiave del cancello che ne protegge l'accesso. Si raccomanda ogni precauzione e il rispetto del regolamento specifico.

L'ingresso della grotta (1) si trova al centro della parete rocciosa ad una quota di m. 1.068 s.l.m. (longitudine 14°,43',54” Est e latitudine 38°,00',37” Nord). Il varco d'entrata è di forma auricolare, modellato dal vento e dall'acqua. Misura circa 4,00 metri in altezza e 2,00 in larghezza. Poco oltre, l'interno si svela ampio e penetra nella roccia con vari anfratti. Scendendo di quota si scorge sul lato sinistro un'insolita formazione assomigliante ad una testa umana il “Guardiano”(2). Continuando si attraversano un gruppo di stalagmiti di varie grandezze e forme (3). Si scende poi fino ad un vasto ambiente dove la distanza rispetto all'entrata è di complessivi m. 44,50, con una differenza di livello di m. - 22,70. In questo punto detto il “Pozzo”(5), si trovano due basse stalagmiti appaiate e curiosamente simili chiamate i “Gemelli”, ed è proprio qui che la grotta raggiunge l’altezza massima di  m. 12,50.

Dal “Pozzo”(5) parte un cunicolo, che presenta nelle parete spettacolari concrezioni mammellonari e cristalli di gesso, raggiungendo l’apice nella cosiddetta “Stanza del quarzo” (10). Da questa si dipartono altri due cunicoli. Il primo conduce all’entrata principale dei cunicoli.

Il secondo, arriva alla “Caverna dei Pipistrelli”(7) attraversando un percorso formato da piccoli ambienti che si snodano sotto di essa, fino ad una quota di - 49,00 metri circa (rispetto all’entrata principale), passando per la “Stanza di Vasili”(11). 

Oltre il “Pozzo”(5) di fronte a noi scorgiamo la più imponente colonna alta quasi m. 8,00 (4), contornata da numerose stalagmiti e stalattiti. Continuando verso sinistra si sale per una cavità che si estende come un ramo di notevole lunghezza (35,00 m.),  ricco di  stalattiti e di increspature delle pareti a forma di cascata a corona, in fondo si trova anche una piccola vasca colma di acqua.

Ridiscesi per lo stesso percorso si passa sul retro della grande colonna, ed in prossimità di una stalagmite spezzata e riversa sul fondo, vicino alla  parete sul lato sinistro si scorgono altre piccole colonnine, mentre sulla destra si trova l'entrata principale dei cunicoli (6). Superato un piccolo ripiano inizia la salita accanto alla parete sinistra verso la grande “Caverna dei Pipistrelli”(7). La visita di questa stanza si può effettuare seguendo un percorso ad anello che costeggia le pareti in senso orario. Nel primo tratto si nota un ampio crollo, avuto diverse centinaia di anni fa, il che potrebbe aver ostruito altri cunicoli o stanze. Proseguendo si giunge al punto più lontano dall'ingresso (ml. 98,00 circa) qui la volta è ricca di numerose stalattiti giovani, di colonne ed anfratti; si scorge anche uno degli sbocchi del più esteso dei cunicoli sotterranei proveniente dalla “Stanza di Vasili”(11). Andando avanti si incontrano altre colonne interessanti per le concrezioni che le rivestono, si può ammirare inoltre anche il panneggio di una stalattite a cortina detta “Fetta di prosciutto”, e una imponente parete ricca di concrezione chiamata “l'Altare”(8), Ci troviamo infatti nel tratto più importante dove ci sono notevoli elementi morfologici e una fitta tessitura di concrezioni calcaree. Questa è la zona più “viva” della grotta. Continuando in discesa, nell'anfratto sulla sinistra si notano diverse vaschette, dette “Conche” e una vasca più grande (9), in cui si riversa e trabocca l'acqua che scivola lungo la parete inclinata. Ciò accade soprattutto nei mesi invernali e primaverili. Proseguendo ci ritroviamo nei pressi dell'entrata principale ai cunicoli (6), da questo punto ripercorrendo l'itinerario principale a ritroso possiamo riguadagnare l'uscita.

Da ricerche  biospeleologiche  fatte dal Prof.  Marcello La Greca, si rileva la presenza di due esemplari di fauna microscopia, endemici della grotta: il “Beroniscus Marcelli” e l’“Entothalassium Nebrodium”.

All’interno si notano anche altre forme di vita fra le quali alcune interessanti lumache e pochi esemplari di pipistrelli.

Inoltre nel passato è stato rinvenuto, materiale archeologico preistorico di grande interesse scientifico. Ancora oggi si notano cocci di vasellame dell’età del rame con accanto resti di ossa.

La temperatura nella parte profonda della grotta si aggira sui 12 °C tutto l’anno.